Giornate di Studio
Il codice della strada: atto secondo
Roma 13 novembre 1993
LA MOTORIZZAZIONE CIVILE ED IL NUOVO CODICE DELLA STRADA
DOTT. GIORGIO BERRUTI
DIRETTORE GENERALE DELLA DIREZIONE GENERALE DELLA
MOTORIZZAZIONE CIVILE E T.C. - MINISTERO DEI TRASPORTI
I compiti che a seguito dell'entrata in vigore del Nuovo Codice
della Strada il Ministero dei Trasporti e quindi la Motorizzazione
Civile deve affrontare sono indubbiamente di grande rilievo.
Non è tanto la constatazione, registrata a partire dal 1° Ottobre
presso gli Uffici dell'Amministrazione, di un incremento di circa il 40%
dell'attività operativa che mi spinge a dire questo.
Il rilievo infatti non è solo di natura quantitativa ma anche e soprattutto di natura qualitativa.
Il Nuovo Codice ha suscitato molte discussioni e molte polemiche.
Le osservazioni si sono concentrate in genere su temi specifici e
l'asprezza delle polemiche ha finito con il trascurare da un lato quello
che ritengo sia il merito più autentico del Nuovo Codice e cioè
l'attenzione che in ogni sua norma il legislatore ha posto per
accrescere il livello della sicurezza e dall'altro la sua lacuna più
vistosa e più ricorrente cioè quella di non aver inciso con decisione
sul nodo antico e gordiano dell'intreccio di competenze e di procedure.
Penso di poter affermare che proprio queste due fondamentali
caratteristiche sono all'origine dell'attività qualitativamente più
rilevante della Motorizzazione.
Sul fronte della sicurezza è infatti evidente che l'impegno posto
dal legislatore per assicurare un più accentuato livello di sicurezza -
impegno che trova le sue basi nella garanzia di un pieno adeguamento
alla normativa comunitaria - deve poi concretamente essere realizzato
dall'Amministrazione nel suo quotidiano operare.
Sia per quanto attiene ai veicoli che per quanto attiene ai
conducenti la Motorizzazione è infatti impegnata in una stressante serie
di attività e di controlli.
L'inseverimento degli esami di guida, la targatura dei ciclomotori,
i limiti di guida per i neopatentati, le procedure omologative dei
veicoli, i controlli di conformità sul prodotto, l'approvazione dei
dispositivi antinquinamento, il nuovo sistema di targatura, il controllo
periodico dei veicoli secondo cadenze comunitarie, sono solo alcuni dei
tanti argomenti di competenza della MCTC.
Questo impegno che comporta l'espletamento di circa 10 milioni di
operazioni per anno cade in un momento non facile del Paese e quindi
dell'Amministrazione: non è agevole garantire efficienza e tempestività
con una carenza di organico di circa 2.000 unità, dovendo tenere aperti
all'utenza 130 Uffici Periferici e disponendo di risorse finanziarie che
negli ultimi anni hanno subito tagli assai pesanti.
La Motorizzazione dispone come è noto di un sistema informatico che
è all'avanguardia tra quelli della Pubblica Amministrazione, un sistema
che per la trasmissione dei dati si avvale dell'uso del satellite e che
ha una potenzialità ben superiore a quella che le risorse disponibili
consentono di attivare.
Nonostante le accentuate ristrettezze si è riusciti negli ultimi
tempi ad attivare alcune iniziative che si imponevano per il loro
carattere prioritario:
- così la distribuzione e il controllo informatico sulle
autorizzazioni (oggi eco punti) per il transito merci su strada con
l'Austria normalizzando una situazione che soffriva di ricorrenti crisi;
- così l'invio per posta agli utenti dei contrassegni ecologici;
- così la gestione informatizzata dei questionari per gli esami di patente;
- così la procedura antifalsificazione delle carte di circolazione e dei certificati di conformità;
- così quella in corso di perfezionamento con il Ministero
degli Interni per impedire il riciclaggio e quindi la reimmatricolazione
dei veicoli rubati.
Nell'imminenza dell'entrata in vigore del Nuovo Codice si è poi proceduto a mettere a punto:
- la gestione automatizzata del nuovo sistema di targatura dei veicoli e dei contrassegni dei ciclomotori;
- l'impianto e la gestione dell'Archivio Nazionale dei veicoli e dell'anagrafe nazionale degli abilitati alla guida.
Ve ne sono purtroppo altre che sia pure studiate e pronte per
essere realizzate non hanno potuto essere attuate per mancanza di fondi.
Ne cito una per tutti: l'integrazione dei questionari d'esame con
trasmissioni video riproducenti fasi della circolazione.
E' il sistema usato in altri Paesi europei che ritengo sia oggi il
più valido e che cercheremo con ogni mezzo di attivare al più presto.
Credo infatti che debba essere impegno comune e della
Motorizzazione e di tutte le altre Amministrazioni dello Stato
istituzionalmente coinvolte creare le condizioni per arrestare la strage
che ogni giorno si registra sulle nostre strade: 7.500 morti e 400.000
feriti sono un tributo inaccettabile.
E' motivo di particolare amarezza constatare che oltre il 90%
degli incidenti e quindi delle vittime è dovuto al comportamento umano.
Da qui l'esigenza non solo di esami severi, completi, approfonditi
volti a garantire una conoscenza ragionata delle norme di circolazione
ma anche di contribuire alla completa attuazione dell'art. 230 del
Codice e cioè all'inserimento dell'educazione stradale nelle scuole di
ogni ordine e grado.
Per quanto sia doloroso ammetterlo, occorre dire con chiarezza che
quando si parla di incidenti dovuti al comportamento umano, si nasconde
dietro questo eufemismo una condotta superficiale e troppo spesso
incosciente.
Da qui la necessità, attraverso esami impostati sul ragionamento e
la diffusione di una educazione civica applicata alla circolazione, di
indurre a considerare che la strada è un bene pubblico e che va usata
con rispetto per sè e per gli altri.
D'altra parte i risultati ottenuti in questo settore nel corso
degli ultimi anni dimostrano che quella volta a migliorare il tasso di
educazione stradale e l'unica via percorribile.
Se si pensa che nel 1972 con un parco circolante di 13 milioni di
veicoli si registrarono nel nostro Paese oltre 11.000 morti ci si
accorgerà che oggi a distanza di 20 anni e con un parco circolante più
che raddoppiato (oltre 30 milioni di veicoli) 7.500 morti se
costituiscono sempre una cifra impressionante rappresentano - come
infatti sottolineano le statistiche chiamando chiaramente in causa il
comportamento umano - il limite difficilmente valicabile cui si è giunti
migliorando la segnaletica, la rete stradale, la sicurezza del veicolo.
E' dunque evidente che lo sforzo da compiere consiste nel
responsabilizzare tutti i cittadini, nel dotarli di una coscienza civica
che per essere tale non può e non deve esistere solo per il timore dei
controlli e delle relative sanzioni.
In tema di mancato snellimento burocratico il discorso se meno drammatico è però non meno complesso.
Occorre infatti osservare che già nell'impostazione della legge di
delega si nota la contraddittoria volontà di semplificare e di snellire
lasciando però inalterato l'assetto storico delle competenze.
I messaggi espressi dalle Commissioni Parlamentari in sede di
emissione del parere sul testo del Codice trasmesso dal Governo e volti,
almeno su alcuni specifici temi, a superare il concetto tradizionale e
corporativo delle "competenze esistenti" è stato recepito solo in
piccola parte nel testo definitivo.
Ne è così derivato un assetto che, non incidendo sulle competenze
esistenti, ha cercato lo snellimento, la semplificazione, la certezza
operativa attraverso soluzioni che se garantiscono qualche parziale
risultato sottolineano quanto si sarebbe potuto ottenere a vantaggio del
buon funzionamento dell'apparato e a vantaggio dell'utenza con una ben
diversa volontà riformatrice.
Non posso in proposito che augurarmi, nell'interesse della
collettività, che il Nuovo Codice rappresenti in materia solo il primo
passo e che nell'ambito dei progetti di riforma della Pubblica
Amministrazione oggi percorsa da ipotesi di accorpamento si compiano
quanto prima più decisivi passi.
La recente iniziativa della Funzione Pubblica di aprire un tavolo
per avviare a soluzione l'annoso problema della patente quale documento
tecnico e quindi sottratta al vincolo di una duplicità di competenze
Motorizzazione - Prefettura è un segnale positivo.
E' però sconcertante che la volontà di incidere si sia determinata
pochi giorni dopo l'entrata in vigore del Nuovo Codice.
D'altra parte la situazione complessiva che il Paese attraversa esige:
un'attenta gestione delle risorse;
una produzione di servizi tale, da un lato, da soddisfare
l'esigenza di semplicità, efficienza e tempestività sentita dai
cittadini e, dall'altro, da garantire la copertura dei costi;
una oculata scelta da parte della Pubblica Amministrazione dei
settori da gestire direttamente e di quelli sui quali collaborare con il
privato o da affidare interamente al privato stesso.
Sul primo punto occorre ad esempio evitare lo sperpero connesso al
proliferare di sistemi informatici alternativi a quelli già esistenti.
In proposito la Motorizzazione ha già rappresentato alla Funzione
Pubblica e all'Alta Autorità Informatica la piena disponibilità e
capacità del proprio sistema informatico a lavorare in service per tutte
le altre Amministrazioni o Enti coinvolti nell'attuazione delle
procedure del Codice senza che si proceda alla ben più costosa creazione
di nuovi sistemi informatici che finirebbero poi per costituire un
duplicato di quelli già esistenti.
Per il secondo punto occorre non fermarsi al concetto di
"sportello unico" ma avere il coraggio di incidere sulle competenze
storiche di Amministrazioni ed Enti in un'ottica di semplicità e di
funzionalità. In tale contesto occorre anche che lo Stato nel meditare i
propri interventi eviti di abbandonare quasi che fossero rami secchi,
settori che tali non sono.
Così in tema di controllo periodico dei veicoli (revisioni) pur
nel rispetto della legge 122 (art. 80) può comunque pervenirsi ad una
collaborazione tra pubblico e privato capace di garantire - con tariffe
allineate ai costi come del resto il privato esige - cospicui vantaggi
per l'Erario vantaggi che sarebbe grave disperdere anche perché
potrebbero essere, almeno in parte, reinvestiti per dare strumenti di
efficienza e quindi di nuove entrate ad un settore operativo quale
quello della Motorizzazione.
D'altra parte sia il Nuovo Codice sia le Direttive comunitarie
esigono adempimenti sempre più qualificati e quindi risorse e strutture
che dovrebbero essere incrementate rispetto a quelle che
l'Amministrazione oggi possiede.
Negli anni passati la Direzione Generale ha compiuto sforzi
notevoli dotandosi come detto di un sistema informatico di avanguardia,
rinnovando al 70% la rete dei propri impianti secondo un modello di
standard di ottima funzionalità e prestigio.
Essa inoltre annovera tra le sue file un consistente patrimonio di professionalità e di esperienza.
Da qui l'esigenza che questo comparto pubblico non venga
trascurato e che - nella consapevolezza dell'importanza delle tematiche
che anche il Nuovo Codice gli affida e non solo il Nuovo Codice
(vigilanza su Ferrovie dello Stato SpA) - il Governo, pur nelle presenti
difficoltà, sappia trovare le misure più idonee per consentirgli di
svolgere con dignità ed ottima efficienza il proprio ruolo.